SPOP CAMPUS OMODEO è un workshop di discussione e progettualità sul tema dello spopolamento e delle aree interne in Sardegna giunto alla sua seconda edizione.
Spop Campus si è svolto presso il novenario di San Basilio a Nughedu Santa VIttoria, nel territorio del Bariagadu e Guilcer nella provincia di Oristano. Sono 23 le chiese campestri medievali con annessi muristenes e cumbesisas costruite dal tardo medioevo nei territori che oggi si affacciano intorno al lago Omodeo, uno dei più grandi bacini artificiali d’Europa, inaugurato quasi cento anni fa dal Re Vittorio Emanuele di Savoia. Una delle grandi opere che hanno contribuito a cambiare le sorti della Sardegna post unità d’Italia. In questi luoghi ricchi di storia e strettamente legati alle comunità di appartenenza Sardarch ha scelto di creare spazi di apprendimento collettivo e di costruzione di forme di democrazia nuove, in cui la partecipazione della cittadinanza è il cuore di un processo che coinvolge studenti, esperti, ricercatori e professionisti per costruire insieme degli scenari di sviluppo locale che partano dalle risorse del territorio per creare opportunità di lavoro. Le proposte per convivere con lo spopolamento, trasformandolo in opportunità di sviluppo, non possono che essere territoriali e coinvolgere le unioni dei comuni, in questo caso quelle del Barigadu e del Guilcer che già sono organizzate intorno a un unico GAL e ad una programmazione territoriale unitaria.
Durante una settimana fatta di incontri, gruppi di lavoro e momenti pubblici coordinati da Sardarch in collaborazione con il Desis Lab di Elisava di Barcellona una comunità di apprendimento ragiona su quali possono essere le possibili strategie da adottare per offrire alle comunità intorno al lago un’occasione di crescita collettiva. Il workshop è organizzato attraverso gruppi di lavoro la cui finalità è la creazione di uno scenario di sviluppo per il territorio in grado di riattivare il tessuto economico e sociale dei paesi in spopolamento. La filosofia di base dei laboratori è quella della co-produzione e co-design dei servizi attraverso gruppi multidisciplinari composti provenienti da formazioni diverse (architettura, scienze politiche, economia, geografia, design, sociologia, ingegneria, progettazione europea). L’obiettivo generale della metodologia è utilizzare la creatività come piattaforma di innovazione sociale e la partecipazione dei cittadini del luogo costruendo una nuova narrativa o storytelling collaborativo.
I partecipanti sono stati selezionati tramite una manifestazione di interesse e sono stati accompagnati da tutor di esperienza professionale e ricerca nei seguenti ambiti:
- Agricoltura e Cibo, con Ginevra Lombardi, economista, ricercatrice di estimo rurale all’Università di Firenze;
- Turismo e Cittadinanza, con Paolo Giaccaria, geografo, professore associato presso l’Università di Torino;
- Welfare e Welcome, con Angelo Moretti, direttore del Consorzio “Sale della Terra onlus”, coordinatore della Caritas di Benevento e autore del libro “L’Italia che non ti aspetti. Manifesto per una rete dei piccoli comuni del Welcome”
Con la collaborazione di Marianella Sclavi, sociologa, docente di Etnografia Urbana al Politecnico di Milano, esperta di ascolto attivo e gestione creativa dei conflitti, è stato curato in particolare il coinvolgimento di partecipanti del territorio allargato su tutto l’ambito delle due unioni dei comuni coinvolte, anche grazie al contributo della poetessa Alessandra Racca, che durante i giorni del campus ha incontrato i cittadini e costruito insieme a loro una performance che è stata eseguita durante l’ultima giornata dei lavori.
Le giornate sono state riprese da Massimo Gasole (Illador Film) e accompagnate dal disegnatore Riccardo Atzeni, che insieme al grafico Alessandro Congiu (Threequarters) e al fotografo Cédric Dasesson hanno coordinato la comunicazione in diretta dal campus con video, grafiche e illustrazioni condivise attraverso i canali social istituzionali dell’associazione Sardarch. Un ruolo particolare ha avuto Nughedu Welcome, l’associazione che cura il progetto di accoglienza diffusa nel Barigadu, che è stato individuato come possibile attivatore locale di processi di cambiamento e che ha curato tutti gli aspetti legati al vitto per i partecipanti. Quotidianamente hanno partecipato alle attività una media di 40/50 persone, la giornata conclusiva ha visto un’affluenza di 150/200 persone.
Il progetto è sostenuto dalla Fondazione di Sardegna, dal Comune di Nughedu Santa Vittoria, di Sorradile e di Ghilarza che ne consentono la realizzazione e patrocinato da una serie di soggetti che in ambito locale e internazionale si occupano del tema dello spopolamento: il GAL Barigadu-Guilcer che offre un supporto logistico e di comunicazione, da ANCI Sardegna e da ANCI Giovani (che ha inserito all’interno del campus una tappa di avvicinamento all’assemblea nazionale dei giovani amministratori che si terrà ad Olbia il prossimo anno), e dalla Strategia Nazionale per le Aree Interne (il programma sperimentale del governo che in tutta la penisola sta proponendo un innovativo processo di risposta al fenomeno dello spopolamento, e che in Sardegna lavora sull’Alta Marmilla e sul Gennargentu Mandrolisai), Arcipelago Italia (il collettivo di professionisti che ha curato insieme a Mario Cucinella il Padiglione Italia della Biennale di Architettura di Venezia incentrato sullo sviluppo delle aree interne), l’università Nebrija di Valencia e Here I Stay per l’organizzazione dell’evento musicale conclusivo.
Luogo: Barigadu e Guilcer
Anno: 3/8 settembre 2018
Tipologia: Summer School
Finanziatori: Fondazione di Sardegna, Comune di Nughedu Santa Vittoria, Comune di Sorradile, Comune di Ghilarza
Stato: realizzato
Team Leader: Francesco Cocco, Nicolò Fenu, Matteo Lecis Cocco Ortu
Collaboratori: Alessandro Congiu, Massimo Gasole, Cédric Dasesson, Riccardo Atzeni
Partner: Desilab Elisava – Desis network, Associazione Contamination Lab, Regione Autonoma della Sardegna, ANCI Sardegna, Università degli Studi di Cagliari, Università degli Studi di Sassari